I risparmiatori italiani fanno sempre più uso dello strumento del ricorso tramite l’Arbitro bancario finanziario, in particolare verso banche estere e istituti di moneta elettronica.
È ciò che emerge dal rapporto annuale – riferito al 2021 – dell’Abf, dove appunto viene spiegato come i ricorsi per mezzo dell’organismo istituito da Bankitalia per dirimere le controversie tra intermediari bancari e clienti siano cresciuti del 55% e del 29% rispettivamente – come detto – nei confronti degli istituti di moneta elettronica e delle banche estere.
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In realtà, come specifica sempre l’Arbitro bancario finanziario, in generale c’è stata una flessione per quanto riguarda i ricorsi presentati (-28% e un numero complessivo di oltre 22.300), ma il 2021 è stato caratterizzato da una significativa ridistribuzione dei ricorsi per materia, con un notevole aumento, appunto, in tema di servizi e strumenti di pagamento, anche per effetto della maggiore diffusione dei pagamenti digitali nel periodo dell’emergenza sanitaria.
Da questo punto di vista, inoltre, è doveroso specificare come proprio lo scorso anno sia state applicate le nuove disposizioni ABF sulla procedura – che è stata così allineata alle previsioni della direttiva UE/2013/11 (e recepita dal D.lgs. 130/2015) sui sistemi di risoluzione alternativa delle controversie (ADR) e sull’importo che può essere chiesto all’Arbitro. Le modifiche, infatti, riguardano soprattutto il contraddittorio tra le parti, mentre l’importo richiedibile all’Arbitro è passato da 100mila a 200mila euro per contribuire alla riduzione dei tempi di risposta ai ricorrenti.
Per quanto riguarda, invece, le decisioni e la durata, lo scorso anno sono state assunte dai Collegi oltre 27.400 decisioni, in linea con il dato del 2020. Nel 48% dei casi l’esito è stato favorevole ai clienti con l’accoglimento totale o parziale delle richieste; nel 17% dei casi, invece, è intervenuta la dichiarazione della cessazione della materia del contendere per l’accordo intervenuto tra le parti. La durata, al netto delle sospensioni, si è ampiamente affievolita, con 137 giorni di media contro i 180 massimi previsti dalla normativa.
Tornando all’aumento dei ricorsi da parte degli italiani, proprio la crescita esponenziale delle transazioni finanziarie sul web spiega come la quota di ricorsi relativa a servizi e strumenti di pagamento sia raddoppiata rispetto al 2020, passando dal 15 al 33%.
Anche gli importi riconosciuti ai risparmiatori sono aumentati, passando da 29 milioni del 2022 ai 31 milioni dell’anno successivo, con un importo medio che è cresciuto da 2mila a 2.200 euro.
Non solo numeri però. Dalla relazione dell’Abf, infatti, emerge anche una costante collaborazione con altri strumenti di ADR e con la Magistratura. Sotto quest’ultimo punto di vista la stessa relazione spiega come gli orientamenti espressi dall’Abf abbiano continuato ad essere oggetto di attenzione e analisi da parte dei giudici ordinari, oltre che del mondo accademico. Il confronto con la Magistratura si è dunque rafforzato su questioni oggetto di comune interesse, mentre sono in programma eventi e tavoli tecnici periodici su tematiche di tutela della clientela bancaria.