In occasione del Corso di Alta Formazione “Le forme di risoluzione dei conflitti nei rapporti tra pubbliche amministrazioni e privati. La figura del conciliatore civico: una proposta per il diritto di cittadinanza”, organizzato dall’Osservatorio sui Conflitti e sulla Conciliazione, con l’Università di Pisa ed il Consiglio della Regione Toscana, abbiamo intervistato la dott.ssa Franca Mangano, magistrato e Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia. Franca Mangano è stata tra i relatori della Tavola Rotonda organizzata presso l’Università di Pisa lo scorso 7 ottobre in occasione della giornata inaugurale del Corso di Alta Formazione.
Quali sono gli obiettivi di questo Corso, quali le prospettive e cosa offre a chi lo sta frequentando?
«Innanzitutto bisogna porre l’attenzione sul fatto che la riforma del Processo Civile voluta dall’ormai ex ministra della Giustizia Marta Cartabia pone al centro tutte le forme di risoluzione delle controversie alternative alla giurisdizione, con una prospettiva di pluralismo. Quindi una prospettiva che accanto alla mediazione civile e commerciale prevede forme di composizione del conflitto diverse, tra cui anche le conciliazioni in materia di Carta dei Servizi. Poi l’altra e fondamentale caratteristica dell’intervento di riforma è il grande rilievo assegnato alla formazione. Dunque un Corso di Alta Formazione di questo tipo, che potenzia un’attività di composizione della lite e di prevenzione della lite, affidata al difensore civico e costituito su rete regionale, è un’iniziativa di fondamentale importanza che contribuisce – e ci si augura – ha tutte le possibilità di contribuire alla prevenzione del contenzioso ma anche di democratizzazione nell’erogazione del servizio pubblico. Inoltre il riconoscimento di un ruolo regionale credo sia di fondamentale importanza per un recupero del principio di territorialità, che si affianca e integra il principio di cittadinanza. Un Corso, questo, per conciliatori che certamente si propone degli obiettivi alti che vanno perseguiti e che dall’ambito regionale vanno poi ad estendersi ad altre esperienze».
Questo Corso che, lo sappiamo, è organizzato dall’Osservatorio con l’Università di Pisa e il Consiglio Regionale della Toscana, può fare da apripista per le altre Regioni, pensiamo in particolare ma non solo al Lazio, e in generale da apripista per iniziative simili?
«Se prendiamo proprio il caso del Lazio, sappiamo che esiste una Carta dei Servizi, un Osservatorio e quindi questo Corso di Alta Formazione può dare alla Regione Lazio quella spinta in più per utilizzare e potenziare questi strumenti normativi di cui già dispone. Credo inoltre che un’estensione alle Regioni di questa esperienza non può che portare ad un risultato altrettanto positivo nelle direzioni che ho prima indicato. Dunque non soltanto esclusivamente con riferimento al contenzioso – che sappiamo essere un grosso problema – ma con riferimento a quegli effetti di composizione sociale, su base sociale, che passa attraverso l’erogazione di servizi pubblici essenziali rispondenti a standard di qualità e ai principi di trasparenza e di imparzialità».