E’ la nuova Presidente della Camera regionale di Conciliazione del Lazio, per la prima volta, peraltro, una donna alla guida di un organismo che può fare la differenza nella gestione delle controversie, che impulso intende dare?
“Nel prezioso lavoro fintanto svolto, a partire dalla sua istituzione, la Camera regionale di Conciliazione ha offerto concreti spunti di riflessione sul tema dei sistemi alternativi di definizione delle controversie, evidenziando quanto denso sia di implicazioni capaci di riverberarsi nella quotidianità tanto del singolo quanto della collettività all’interno della quale opera. Il funzionamento efficace di detti sistemi, infatti, come a più voci sostenuto, non rappresenta solamente uno strumento deflattivo del contenzioso giudiziale, bensì e soprattutto rappresenta un’occasione per il concreto miglioramento dei servizi pubblici e del loro troppo spesso dimenticato coefficiente relazionale. La Camera regionale della Conciliazione è dunque l’occasione non più rimandabile, attraverso cui sviluppare una cultura della risoluzione alternativa delle controversie che sia efficace e alternativa a quella, invece, offerta dal tribunale. Credo fortemente nelle potenzialità di una figura di congiunzione, la cui ontologica legittimazione si fonda nel raggiungimento di un accordo e non in una definizione divisiva che regola un conflitto”.