Aumentano i cittadini che fanno ricorso alle ADR

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Aumentano i cittadini che fanno ricorso alle ADR
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Aumentano i cittadini che fanno ricorso alle ADR

 

Abbiamo già parlato – leggi qui l’articolo – dei dati Istat sulla crescente soddisfazione dei cittadini per la giustizia civile. Ebbene, lo stesso studio dell’Istituto di Statistica – che rientra nell’indagine annuale sugli “Aspetti della vita quotidiana” – ha rilevato come sia in crescita, seppur ancora basso, il numero di chi utilizza le Alternative Dispute Resolution. Nonostante le conoscenze raggiungano un discreto livello di diffusione, infatti, l’impiego delle ADR come forma di composizione delle controversie civili resta ancora residuale: se ne è avvalso il 7,1% dei cittadini; l’8,5% degli uomini e il 5,8% delle donne.

I dati, però, non devono scoraggiare soprattutto se pensiamo che otto anni fa, nel 2015, la percentuale totale era bassissima, addirittura del 3,6%.

Restano però delle importanti differenze geografiche: il Nord-ovest, infatti, ha il primato di utilizzo (8,0% dei cittadini nel 2023 ha usato una forma di giustizia alternativa; 4,3% del 2015) rispetto al Sud (5,4% rispetto al 2,9% nel 2015). Il Centro cresce di più (7,9% contro il 3,7% nel 2015), mentre il Nord-est ha la crescita minore (6,4% rispetto al 3,7% del 2015).

«L’utilizzo delle misure alternative per la risoluzione delle controversie, nelle intenzioni del legislatore – come spiega proprio Istat nel suo documento – è destinato a servire da riduttore del carico di attività degli uffici giudiziari. Per questo si incoraggiano le parti a esperire preliminarmente a un ricorso alla giustizia civile, un tentativo conciliativo. L’attività svolta anche se non si arriva a un accordo, è comunque poi utile in sede giurisdizionale». Secondo l’Istituto, inoltre, anche «la revisione degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie delegata al Governo con la Legge numero 206 del 2021 e attuata progressivamente con il Decreto legislativo numero 149 del 2022 incoraggia l’utilizzo di questo strumento, che non è comunque obbligatorio.

Per esempio, si è esteso l’utilizzo della negoziazione assistita alle controversie di lavoro, che prima erano espressamente escluse da questo ambito. Inoltre, chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa a una controversia in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica e sanitaria e da diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari, associazione in partecipazione, consorzio, franchising, opera, rete, somministrazione, società di persone e subfornitura, è tenuto preliminarmente a esperire il procedimento di mediazione».

 

Fonte: Istat

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