L’ambito della mediazione in Italia ha ricevuto un impulso significativo con l’introduzione di nuovi obblighi, regole, presupposti e indennità per organismi, mediatori ed enti di formazione, grazie alla pubblicazione del D.M. n. 150 del 24.10.2023. Questo decreto, infatti, che abroga il precedente D.M. 180/2010, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 ottobre ed è entrato in vigore il 15 novembre 2023, completa il quadro dei decreti attuativi della Riforma Cartabia in mediazione.
I primi passi di questa riforma erano stati intrapresi il 7 agosto 2023 con la pubblicazione dei primi due decreti, focalizzati sugli incentivi fiscali e sul patrocinio a spese dello stato. Il D. Lgs. 149/2022 ha introdotto principi fondamentali per l’intera Riforma Cartabia in materia di mediazione, enfatizzando l’importanza di onorabilità, trasparenza, efficienza, indipendenza, serietà e qualificazione professionale.
A distanza di 13 anni dall’introduzione dell’istituto della mediazione in Italia, il nuovo decreto risponde alla necessità di aggiornare le normative per riflettere le pratiche consolidate e stabilire regole aggiornate per l’attività di mediazione e la professionalizzazione dei mediatori. Questa esigenza nasce sia dalla necessità di normare legislativamente molte prassi stratificatesi nella pratica applicativa sia dall’esigenza di porre delle regole aggiornate all’esercizio dell’attività di mediazione.
Il D.M. 150/2023, che si articola in ben 49 articoli, dettaglia i requisiti per l’iscrizione degli organismi e dei mediatori nel registro ministeriale, definendo i presupposti formativi per i mediatori sia in fase iniziale che in quella di aggiornamento e formazione continua. Questo rappresenta un importante cambiamento rispetto ai 21 articoli del decreto ora abrogato.
Una delle principali novità riguarda la formazione dei nuovi mediatori, che ora prevede 80 ore di formazione, oltre alla partecipazione a un tirocinio affiancati da un mediatore esperto. La distribuzione delle ore tra moduli teorici e pratici è stata rimodulata, e si introduce una valutazione finale. Per i mediatori già iscritti, vengono dettagliati i criteri per la formazione continua, con la partecipazione a corsi che includono attività laboratoriali in presenza, mantenendo le attuali 18 ore nel biennio, più ulteriori 10 ore per mediatori “esperti” in materie specifiche.
Il decreto aggiorna anche la struttura dei costi della mediazione, introducendo una tabella ministeriale aggiornata delle spese basata su tre voci di costo: spese di avvio, indennità di primo incontro e indennità di mediazione. Questa nuova tabella rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui vengono calcolati e distribuiti i costi della mediazione.
L’introduzione dell’indennità del primo incontro di mediazione è una delle novità principali del decreto. Questa indennità, che varia in base a scaglioni di valore, modulati sia tra minimo e massimo sia a seconda della natura della mediazione (volontaria, delegata o condizione di procedibilità), rappresenta un nuovo approccio nella gestione delle spese iniziali di una procedura di mediazione.
Per il primo incontro, l’organismo di mediazione dovrà garantire una durata temporale minima di due ore, con possibilità di estensione. Questa disposizione assicura che le parti abbiano il tempo necessario per esplorare la possibilità di un accordo o di un verbale negativo, o per decidere di differire l’incontro per la prosecuzione delle trattative.
Inoltre, il regime transitorio prevede che gli organismi e gli enti di formazione iscritti al registro alla data del 15 novembre 2023, che hanno presentato istanza di permanenza entro il 30 aprile 2023, devono adeguare i propri requisiti. Gli organismi di mediazione, oltre ad adeguare i requisiti di iscrizione, sono anche tenuti a trasmettere al Ministero il proprio Regolamento modificato entro il 15 agosto 2024.
I mediatori, secondo il regime transitorio, dovranno aggiornarsi frequentando corsi teorici-pratici nelle materie specificate dal provvedimento ministeriale. Questo rappresenta un ulteriore passo verso l’elevazione degli standard professionali nel settore della mediazione. Queste novità, dunque, rappresentano una sfida stimolante e impegnativa per avvocati, mediatori, organismi di mediazione e enti di formazione, segnando un passo avanti significativo per il settore della mediazione in Italia.
Fonte: Cfnews.it