L’evento sulla Mediazione Crossborder. Cosa è e a cosa serve

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L’evento sulla Mediazione Crossborder. Cosa è e a cosa serve
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L’evento sulla Mediazione Crossborder. Cosa è e a cosa serve

 

Si tiene lunedì 13 novembre, alle ore 18, l’evento streaming “Mediazione Crossborder. Cosa è e a cosa serve”, organizzato da ICALI (International Child Adbuction Lawyers Italy).

Intervengono Giuseppe Vinciguerra, magistrato addetto all’Autorità centrale, Ministero della Giustizia; Chiara Vendramini, psicologa clinica, mediatrice familiare professionista e presidente dell’associazione GeA Genitori Ancora ETS; Paola Farinacci, mediatrice familiare professionista, didatta S.I.Me.F. e docente al master in mediazione familiare dell’Università Cattolica di Milano; Alison Shalaby, CEO di Reunite International. Coordina i lavori Marzia Ghigliazza, avvocata del Foro di Milano, mediatrice crossborder e segretaria di ICALI.

L’evento si tiene in diretta streaming ed è possibile seguirlo tramite la pagina Facebook di ICALI.

L’iniziativa, dunque, si concentrerà sulla mediazione crossborder, ponendo un focus sul ruolo dei mediatori che devono devono quindi gestire le controversie originate dalla sottrazione internazionale di minori, in considerazione delle specificità insite in questo tipo di situazione, e più in generale delle controversie familiari con elementi di internazionalità.

La composizione di un conflitto familiare di tale intensità da sfociare in una sottrazione internazionale comporta infatti difficoltà aggiuntive e diverse da quelle insite nella consueta attività svolta tanto dagli avvocati quanto dai mediatori familiari non specializzati in questo specifico ambito. Innanzitutto, le parti si trovano – per definizione – in Stati diversi, Stati che possono corrispondere il più delle volte ai loro stessi Paesi di origine e che non di rado esprimono culture giuridiche, sociali e ambientali molto differenti. In secondo luogo, i tempi ordinari del percorso canonico di mediazione familiare devono essere adattati a un quadro giuridico, quale quello sottrattivo, che impone all’autorità giudiziaria di pronunciarsi sulla domanda di ritorno del minore in tempi brevissimi (sei settimane) e richiedono quindi tecniche, obiettivi e modalità diversi da quelli tradizionali. Infine, la finalità stessa della mediazione nei casi di sottrazione internazionale è parzialmente diversa da quella sottesa a più consuete pratiche mediatorie, dovendo principalmente concentrarsi sulla questione del ritorno o meno del minore.

 

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