L’utilizzo della mediazione demandata dal giudice, tanto nel settore civile quanto in quelli penale e familiare, cresce in tutta Europa. E’ quello che emerge dai dati pubblicati all’interno del rapporto del CEPEJ (Commissione europea per l’efficienza della giustizia) sull’uso in Europa della mediazione e degli altri strumenti di ADR.
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I dati più recenti forniti dalla Commissione, in una pubblicazione che risale allo scorso settembre e che si riferiscono a quanto è stato possibile rilevare fino al 2020, evidenziato il costante aumento degli strumenti di Alternative Dispute Resolution (ADR) in tutto il territorio europeo.
Una tendenza dovuta, secondo la stessa CEPEJ (pagina 102 del Report), alle varie riforme attuate dai Paesi europei ed è quindi un’analisi che riguarda soprattutto l’Italia e che si può leggere anche in una prospettiva di una crescita ancora maggiore, se pensiamo alle ultime riforme nel nostro Paese e al fatto che i dati della Commissione si fermano appunto al 2020, non tenendo conto – almeno in Italia – del continuo sviluppo delle Adr negli ultimi mesi.
L’Italia è tra i paesi che hanno attuato tutta una serie di misure volte a favorire e rendere sempre più appetibile l’utilizzo della mediazione. Come anche il Belgio e l’Austria, infatti, ha reso obbligatorio il tentativo di conciliazione, con riferimento ad alcune specifiche materie, nell’ottica di deflazionare il ricorso all’Autorità Giudiziaria e rendere possibile la conciliazione in una diversa sede, su ordine del giudice o su iniziativa di parte. Tale possibilità viene riconosciuta, nella maggior parte dei casi, nei vari settori della giustizia, come quello civile, penale o familiare.
Secondo il rapporto, poi, il ricorso alla risoluzione stragiudiziale viene incentivato anche dalla previsione di costi molto contenuti a carico delle parti, rispetto a quanto avviene nell’ambito dei giudizi ordinari. Nonostante questo, sempre la CEPEJ rileva come – in valori assoluti – le statistiche che si riferiscono alla mediazione sono comunque ancora bassi rispetto a quelli che sono gli standard auspicabili, prevedendo dunque ampi margini di miglioramento per tutti i Paesi europei, Italia compresa.
Infine, a tal proposito, può essere utile per i nostri lettori citare anche – e fare un paragone – con il potenziale che dalla Commissione europea per l’efficienza della giustizia viene evidenziato in merito a Turchia e Paesi Bassi. Nel primo caso, infatti, dopo l’introduzione della mediazione, le cause risolte in tale sede sono aumentate in maniera esponenziale, con un tasso molto alto tra mediazioni tentate e mediazioni riuscite. Nel secondo caso, la soluzione delle controversie penali può essere concordata, per un ampio numero di reati, sia dall’imputato che dalla parte offesa, sotto la supervisione dell’accusa e del giudice.