Intervista alla Vicepresidente dell’Osservatorio, Paola Moreschini

Intervista alla Vicepresidente dell’Osservatorio, Paola Moreschini
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Intervista alla Vicepresidente dell’Osservatorio, Paola Moreschini

Dopo la seconda Officina della Conciliazione – che si è tenuta lo scorso 27 settembre – e in merito alla recente approvazione della Riforma sulla Giustizia, l’Osservatorio ha raccolto, nella seguente intervista, il commento della vicepresidente, l’avvocato Paola Moreschini.

 

Vicepresidente, quali sono gli aspetti più importanti della Riforma, i cui decreti delegati sono stati approvati lo scorso 28 settembre dal Consiglio dei Ministri?

«La riforma, per quanto riguarda il processo civile, introduce numerose ed importanti novità che dovrebbero poter snellire i processi ed apportare una vera e propria rivoluzione in materia di controversie di famiglia e che coinvolgono i minori. Per quanto riguarda le ADR la grande novità è quella di un rapporto più equilibrato tra giurisdizione e strumenti complementari alla giurisdizione. E per questo la notizia dell’approvazione è stata accolta con grande soddisfazione da tutte le persone che si impegnano da tempo per l’ampliamento degli strumenti di tutela e di risoluzione dei conflitti e per un sistema pluriforme e articolato di strumenti che rientrano in una accezione ampia di accesso alla giustizia. Vorrei dire che c’è un giustificato entusiasmo perché è stato portato a compimento in modo puntuale, grazie al lavoro della Commissione Luiso che ha condotto il legislatore alla elaborazione di chiari principi di delega, un lavoro che già era stato in buona parte proposto, inizialmente dalla Commissione Alpa e poi da quella coordinata dalla Professoressa Paola Lucarelli, allo scopo di dare slancio e respiro agli strumenti consensuali di soluzione dei conflitti oltre che per risolvere questioni interpretative, attraverso un lavoro di collaborazione nei gruppi istituiti dal Ministro che è stato molto serrato, costruttivo, centrato sui reali nodi problematici e volto a raggiungere il miglior risultato possibile. ».

 

Si è tenuta, il 27 settembre, la seconda Officina della Conciliazione promossa dall’Osservatorio. Il tema è stato “Presenza personale delle parti in mediazione, procura e poteri rappresentativi”. Cosa è emerso durante l’evento?

«E’ stato molto interessante tutto quello che è emerso dalle approfondite relazioni e che è stato focalizzato sul tema della procura che può essere rilasciata dalla parte per la partecipazione al procedimento di mediazione e sul problema dei poteri rappresentativi. Nelle conclusioni dell’incontro ho voluto sottolineare il concetto di effettività della mediazione legato alla presenza delle parti.. Il principio di effettività della mediazione, garantita dalla presenza personale delle parti, è stato affermato dalla giurisprudenza sempre con maggiore chiarezza nel corso del tempo ed è maturato fino a portare alla modifica del d. lgs. 28/2010 attraverso la legge 206 del 2021 ed i successivi decreti approvati proprio qualche giorno fa. Nella riformulazione dell’articolo 8 il nodo centrale è proprio quello della presenza delle parti, ed il delegare qualcun altro rappresenta un’eccezione, poiché occorre un dialogo e un confronto che deve essere aiutato e favorito dal mediatore. Ed il ruolo di tutti i soggetti coinvolti, mediatore compreso, è quello dell’ascolto e del dialogo, cooperando in buona fede e lealmente per fare emergere le questioni controverse. Con riferimento ai nuovi scenari che da qui in poi si apriranno occorre chiedersi come la questione della presenza personale delle parti si pone in rapporto alla mediazione telematica. Un mezzo, quest’ultimo, che va valorizzato ogni qual volta le parti si trovino nell’impossibilità di incontrarsi, ma che certamente va anche delimitato se non si vuole rischiare di perdere la componente relazionale della mediazione. Un secondo punto aperto per il futuro è poi quello di come si incontrano e si confrontano le parti che si trovano in una posizione di asimmetria, , come può accadere nel caso di una Banca con i consumatori. Una terza questione aperta è quella di come far crescere il numero delle mediazioni volontarie. L’Osservatorio su questo ha sempre sottolineato l’importanza della cultura della conciliazione e la valorizzare della possibilità che le parti vadano spontaneamente in mediazione, non perché lo dice la legge ma anche per una formazione e informazione che le porti a ritenere che questa sia una chance, da provare. E su questo punto una ulteriore questione che sarà cruciale in futuro è quella della presenza dell’avvocato. La Riforma ha fatto chiarezza sottolineando che la presenza dell’avvocato è necessaria solo per la mediazione obbligatoria e demandata. Dunque è importante chiedersi se ci saranno situazioni nelle quali le parti sceglieranno di andare in mediazione volontariamente e senza l’assistenza di un avvocato. Ed inoltre la questione relativa alla preparazione delle parti a stare in mediazione, affinché siano attrezzate per essere capaci di gestire i conflitti, di stare all’interno di una mediazione e di utilizzarne le potenzialità».

 

Quali, invece, gli eventi futuri dell’Osservatorio?

«Innanzitutto abbiamo un importante appuntamento, che sarà il Corso di Alta Formazione organizzato in collaborazione con l’Università di Pisa e con il Consiglio Regionale della Regione Toscana. Il tema sarà: “Le forme di risoluzione dei conflitti nei rapporti tra pubbliche amministrazioni e privati. La figura del conciliatore civico: una proposta per il diritto di cittadinanza”. Il nostro obiettivo è quello di definire una formazione specifica per questa nuova figura professionale, appunto il conciliatore civico, con l’obiettivo di rendere più facile l’incontro tra cittadini ed amministrazioni pubbliche sul diritto alla qualità dei servizi, in adesione alle sollecitazioni delle istituzioni europee. La Risoluzione del Parlamento Europeo del 12/9/2017, infatti, ha messo in luce che l’indirizzo vincolante contenuto nella Direttiva CE 2008/52 di introdurre nelle singole legislazioni nazionali una equilibrata relazione tra mediazione e procedimento giudiziario, non ha fornito i risultati sperati. Per tale ragione, dunque, le sollecitazioni delle istituzioni europee raccomandano non solo agli Stati membri, ma anche a tutte le articolazioni istituzionali presenti negli ambiti territoriali (come Regioni e Comuni) di introdurre anche nel settore pubblico normative propulsive ed originali riconducibili al sistema conciliativo. Continueremo, inoltre, nei prossimi mesi, con la formativa esperienza delle Officine della conciliazione, che connotano la nostra vita associativa da diversi anni e che, dopo le edizioni online per via della pandemia riprenderanno auspicabilmente ad essere in presenza.. L’appuntamento è per il prossimo 29 novembre e tratteremo il tema della responsabilità contabile del funzionario della Pubblica Amministrazione in caso di conciliazione».

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